Ai Vintage Yachting Games 2024 a La Baule, missione compiuta: vince Vito Moschioni, terzo il duo Pilo Pais – Lodigiani

Ai Vintage Yachting Games 2024 a La Baule, missione compiuta: vince Vito Moschioni, terzo il duo Pilo Pais – Lodigiani

Podio per l’Italia ai Vintage Yachting Games a La Baule, i Giochi che vengono organizzati ogni quattro anni per Classi Veliche che hanno un passato olimpico.

Nel 2024, con le Olimpiadi di Parigi dietro l’angolo, la quarta edizione si è disputata a La Baule, sofisticata località turistica che si vanta di avere la più bella spiaggia atlantica d’Europa. Un gettonato ed esclusivo luogo di villeggiatura caro ai parigini nella regione della Loira, al confine con la Bretagna, caratterizzato da un insieme di fascinose ville inizio secolo nel verde, alle quali si sono aggiunte negli anni 70 un semicerchio di contrastanti palazzi moderni a far da cornice alla spiaggia. Già la spiaggia, la protagonista indiscussa della regata dei Dinghy 12’ con la sua significativa alta e bassa marea: il mare che avanza, il mare che si ritira e i concorrenti, in assenza dei programmati e promessi “benevol” (volontari) che si aiutano tra loro nella dura missione di attraversare la distesa sabbiosa mobile che separa l’acqua dalla terra, che ogni giorno appare sempre più interminabile.

Quanto al vento e al mare, decisamente non banali, specie perché coniugati con una corrente importante e senza che sia applicata la regola italiana del limite degli 8 m/s per regatare.

In questo contesto Vito Moschioni dopo un inizio timido, ha letteralmente dominato con il suo Lillia Claudia e ha vinto alla grande (3,4,3,1,1,1,3,1,2) mentre Federico Pilo Pais con Francesca Lodigiani a prua ha conquistato il bronzo con il Lillia Blu Amnesia (1,2,1,4,4,6,5,5). Argento per il sempre fortissimo francese Remy Arnould con il classico Woody.

E’ stata quindi una missione vincente quella intrapresa della rappresentanza italiana dal 27 maggio al 2 giugno ospiti dello Yacht Club La Baule, circolo di rango collegato con lo Yacht Club de France di Parigi. La notizia è che con 25 iscritti da Francia, Italia, Olanda, Svizzera e Gran Bretagna, il Dinghy 12’, classe olimpica nel 1920 e nel 1928, è stata la Classe con la maggiore presenza qualificata. Un’occasione importante per confrontarsi anche con i colleghi olandesi, alfieri della visione tradizionale della piccola grande deriva uscita dalla penna di George Cockshott nel 1913, che dalla loro associazione è consentita solo in nella versione tutto legno. Nove le regate disputate su cinque giornate, delle quali le prime due con vento decisamente oltre ai limiti italiani .

La rappresentanza tricolore? Oltre a Moschioni dello Yacht Club Como e Pilo Pais con Lodigiani del Circolo Velico Santa Margherita Ligure, ne facevano parte l’intrepido supermaster Paolo Corbellini che si è piazzato 9° con il Lillia Rusty Pelican, con un secondo di giornata quando il vento è stato più mite, Gerolamo “Gigio” Bianchi dello Yacht Club Italiano, che ha presieduto nello scorso quadriennio, con il suo Lillia VTR/Legno White, arrivato 6°, ma con l’onore di una medaglia da vincitore di giornata al debutto (2,1,2,7,7.9.ret.11) e Beppe Olivi della Compagnia della Vela di Venezia, che con il bellissimo e veloce dinghy classico Casmaran, si è classificato 6° ( 6.6.7,3,9,4,6,2,dnc) a pari punti con Bianchi destando ammirazione e impensierendo non poco il padrone di casa Remy Arnould, noto per le vittorie in alcune tappe del Trofeo Dinghy Classico nel campo di regata di Venezia.

Peccato solo che per questioni di lavoro abbia dovuto rientrare in Italia un giorno prima della conclusione, saltando quindi la prova finale.

Cordialità, voglia di progetti comuni, scambi di opinione tecnici, confronti. La missione dell’Associazione Italiana Classe Dinghy a La Baule ha significato tutto questo. Una semina che già a partire dalla Veleziana Classic del prossimo ottobre, tappa finale del Trofeo Dinghy Classico 2024, potrebbe portare a un incremento della presenza internazionale alle nostre regate.

FLO

Classifica generale

Classifica “moderni” (ovvero di stazza italiana)

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